Sperimentata per la prima volta a Salerno nel 1974, durante la Rassegna teatrale “Nuove tendenze”, l’azione consiste nell’affissione di manifesti con la scritta Errata corrige su edifici, monumenti e altre emergenze urbane con gravi criticità. A Reggio Calabria l’azione, che precede la rassegna “Full time” alla galleria la Nucara, provoca addirittura l’intervento dei carabinieri e il fermo della titolare della galleria.
L’Errata corrige di Gubbio, in apertura della “Biennale del metallo” del 1975, si svolge durante le ore notturne e interessa il quartiere di S. Martino tagliato da una strada che, secondo l’immaginario collettivo, divide la zona ricca da quella proletaria della città.
Nello stesso anno, a Spoleto, l’Errata corrige al monumento alla Patria vuole essere, simbolicamente, una critica a tutto ciò che appare celebrativo. L’intervento più spettacolare si svolge a Venezia, dove ha per obiettivo la mostra “A proposito del Mulino Stucky”.
La contestazione è rivolta ad una operazione culturale ritenuta reazionaria soprattutto per l’artificiosità del tema, disancorato da reali rapporti con il contesto socio-ambientale. Per l’affissione è prescelto il muro di recinzione del Mulino Stucky, che affaccia sul Canale della Giudecca.